Nicolas Pascarel è nato a Parigi nel 1966. Sbarca a Roma nel 1986, a poco più di 19 anni e non parla ancora italiano, ha solo il sogno di lavorare nel cinema, la sua passione. Incontra, a piazza Cavour, Laura Betti, direttrice all’epoca della Fondazione Pasolini che lo incoraggia a realizzare per la fondazione una storia fotografica che prenderà forma con il titolo “Sulle tracce di Pier Paolo Pasolini”. Questo incontro sarà l’elemento detonatore con la fotografia.
Di ritorno a Parigi, diventa assistente di diversi fotografi. Negli anni seguenti realizza come reporter free lance reportage fotografici per riviste e giornali come Libération, Le Monde, L’Humanité, Courrier International e per case editrici come Gallimard e Hachette. Reportage che parlano della squadra “anti-scippo” di Napoli, di Damasco e del Cairo durante la prima guerra del Golfo, delle ultime miniere di carbone nel nord della Francia, e tanto altro. Nel 1996, a quasi 30 anni, compie il suo primo viaggio a Cuba dove rimarrà per più di un anno e tornerà costantemente fine ad oggi: sarà questo il vero tournant della sua carriera, segnando il passaggio dalla fotografia di reportage ad una fotografia più intimistica. L’inizio di una Vita Nuova, che sarà poi anche il titolo della sua seconda personale alla celebre Fototeca de Cuba.
Questa forte esperienza lavorativa e artistica a Cuba gli apre le porte di una serie di relazioni con le istituzioni pubbliche: viene contattato del Ministero degli Affari Esteri francese per insegnare fotografia nelle Accademie di Belle Arti di Phnom Penh in Cambogia, Saigon in Vietnam, Bangkok e Chiang Mai in Tailandia e di nuovo, all’ Avana.
Contestualmente, lavora su programmi di sviluppo socio-culturale in collaborazione con ONG e associazioni locali seguendo i ragazzi abbandonati della strada di Phnom Penh o quelli dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Da questi lavori deriveranno due documentari: “Durante la pioggia – Cambogia 2004” e “N’copp e Quartieri – 2008”.
I suoi lavori parlano soprattutto di memoria. Insieme a questo leit-motiv, sviluppa con il tempo uno stile personale che definisce come “foto saudade”, un misto tra letteratura, fotografia e cinema, “tutto quello che hanno fatto la mia vita e i miei occhi”, come lui lo definisce. Non solo fotografare o raccontare la vita degli altri ma intervenire direttamente sui luoghi della memoria spesso dimenticati, divenirne protagonista. Per rendere tutto ciò concreto, cerca di avere sempre un contatto reale con la gente del posto, offrendo letture portfolio e incontri sulla fotografia con giovani fotografi locali come a Maputo in Mozambico, Porto, L’Avana, Bangkok, Phnom Penh, Saigon, Napoli, Roma e Sao Tomé e Principe in Africa . Questa “scambio” con gli altri è fondamentale, essendo vissuto come momento di conoscenza, apertura e curiosità, i tre parametri alla base della crescita nella fotografia.
Le sue fotografie sono state esposte in più di 45 mostre nel mondo: in Francia, Italia, Olanda, Germania, Spagna, Cina, Vietnam, Cambogia, Singapore, Vietnam, Indonesia, Tailandia, Repubblica Ceca, Stati Uniti e Cuba. La maggior parte di queste mostre sono state realizzate grazie ad una stretta collaborazione con i ministeri della cultura dei paesi interessati e le ambasciate francesi: così, ad esempio, in Cambogia, dove realizza nel centro di sterminio S21 una mostra intitolata “Memoria degli anni della pioggia” e a L’Avana con la mostra “Una vita nuova”, che racconta le speranze perdute nel periodo especial.
Nel 2006 decide di organizzare workshop di fotografia della durata di 10 giorni vissuti in full immersion nei suoi luoghi di predilezione, aggiungendo negli ultimi anni Maputo in Mozambico e Sao Tomé e Principe dove cerca un’“altra” Africa, spesso dimenticata, lontana dagli stereotipi. Lì trova, esattamente come 25 anni prima in Cambogia, una risonanza locale, una curiosità e una tremenda voglia di apprendere. Questi stage hanno accolto fino ad oggi più di 400 persone di differenti nazionalità, con il 70% di clienti che continua, anno dopo anno, a tornare per vivere una vera avventura non solo fotografica ma anche e soprattutto umana, un’esperienza intensa e unica.
Nel 2017 scrive il suo primo romanzo in lingua francese “Un dimanche entre l’hiver et le printemps, 8 heures du matin et tout bascule”. Nel 2019 fine al 2024, parte per una nuova avventura fotografica a Sao Tomé e Principe, il più piccolo stato africano, in mezzo all’oceano, a 400 chilometri dalle coste del Gabon. Un paese dimenticato delle carte geografiche, un posto tutto da scoprire, una nuova frontiera.
Workshop nei Quartieri Spagnoli di Napoli con un gruppo di ragazzi:
https://www.youtube.com/watch?v=ZUFX1GxNldY